Andrea Calvino, classe 1977 , Nato a Roma. Un passato nell’agonismo di pesca sub ad alti livelli, vive il mare a 360 gradi e ne documenta i risvolti grazie ai social ed al suo canale youtube.

Ciao Andrea, se dovessi pensare ad uno che molla tutto e vive di passioni, penserei proprio a te! Ti va di raccontarci come si fa ? Si, un libretto di istruzioni della libertà…
Posso solo raccontarti la mia esperienza… Il “libretto d’istruzioni” mi suona come un’americanata da formatori motivazionali anni ’90… Sono sempre stato convinto che le cose facili non esistono nella realtà. Sono solo una grandissima trovata pubblicitaria per ingannare gli ingenui. Quindi la domanda da farsi è non :qual è la strada più semplice da seguire… Ma quella che ha un SENSO per noi. Tanto qualsiasi cosa sceglieremo ci sarà da impegnarsi.
Nei passaggi della tua vita hai avuto anche una “vita normale“, una grandecittà, una compagna, forse il famoso “posto fisso”. Che consiglio daresti a tante persone che si sentono imprigionate in una vita che non sentono loro ?
Riallacciandomi alla domanda precedente credo che il nostro “PERCHE’” lo troviamo quando prendiamo contatto con la nostra essenza, con la nostra inclinazione naturale profonda che ognuno ha dentro ma che in pochi hanno la sensibilità o il coraggio di percepire. Si, ho vissuti anni in cui mi sentivo uno stereotipo ambulante e ho capito che se non avessi cambiato radicalmente rotta rapidamente mi sarei ammalato. Capito questo ho maturato il coraggio dentro di me per fare il grande passo.
Sei stato un forte agonista (tra l’altro la scintilla si accese proprio vicino a casa mia a quanto so), secondo me hai raccolto meno di ciò che avresti dovuto, come mai ti sei ritirato così giovane ?
Lo credevo anch’io poi ho capito di aver raccolto ciò che meritavo. Nel 2013 sono andato molto vicino a vincere il campionato Assoluto di pesca sub e mi sono interrogato per anni la notte per capire dove avessi sbagliato. Poi la risposta era più semplice di quanto pensassi: La mia mente non desiderava la vittoria al 100% con quella “cattiveria” che serve per arrivare primi. Andrea Settimi invece l’aveva ed ha vinto. Lui meritava la vittoria io no ed è assolutamente giusto cosi. E’ stata una lezione importantissima che non dimenticherò mai nella mia vita.
Ci racconti una gara che ti è piaciuta in particolare alla quale hai partecipato ?
La seconda giornata del campionato Assoluto 2011 di pesca sub al Biscione mi è rimasta nel cuore. Ho vinto(con 13 pesci) razzolando senza alcun segnale solo ed esclusivamente seguendo il mio istinto.

Ho visto che le tue ultime gare son state le selettive, puoi dirci come le preparavi e se per te è oggi una formula valida ?
Non le preparavo quasi per niente mi divertivo troppo a improvvisare e a razzolare e spesso pescavo anche molto all’aspetto con un 90 quindi totalmente controcorrente rispetto a quello che fanno tutti.
Peschi molto con la tecnica del variabile, il tanto citato “piombone“, vuoi dirci il tuo parere a riguardo ?
L’ho detto in ogni occasione: il piombo mobile va usato SOLO ed ESCLUSIVAMENTE alle stesse identiche quote che riusciamo a raggiungere senza sforzo in costante. Perché il senso dell’assetto variabile è risparmiare fatica e stare più in sicurezza non andare a quote che non sono nostre. Se non rispettiamo questa regola stiamo giocando alla roulette russa, stop!

Quale tecnica preferisci e con quali condizioni ? e qual’è il fucile che non può mancare nelle tue uscite di pesca ?
La tecnica che preferisco è l’agguato con il mare mosso ma purtroppo nelle zone che frequento negli ultimi anni non è molto attuabile. Non può mai mancare un fucile lungo (95-105) perché se non posso prendere pesce bianco pazienza, non mi cambia la vita… ma veder sfumare la cattura di un pescione perché magari ho un fuciletto in mano mi dispiace molto.
Dai molta importanza all’attrezzatura, ma anche al mezzo nautico e alla strumentazione di bordo, vuoi dirci qualcosa in più su questi “compagni” di avventure ?
Una delle estati più divertenti della mia vita l’ho passata pescando con uno zodiac 3,80 con guida a barra e senza nessuna strumentazione. Ti parlo però di 15 anni fa…ormai se non parliamo di pesca in bassofondo ma di pesca profonda il battello e ancor di più la strumentazione elettronica è fondamentale. Quando pesco all’aspetto dentici e ricciole l’80-90% del tempo lo passo in gommone a studiare la situazione giusta in cui effettuare il tuffo. Ma come ho detto prima le cose facili nella realtà non lo sono mai. Così usare bene gli strumenti è un’arte che si affina nel tempo dopo migliaia di ore di prove e di tentativi. Tutti o quasi usano eco e cartografia al giorno d’oggi ma in pochissimi lo fanno bene e con la pazienza necessaria e io sottolineo: PER FORTUNA!!!
Hai fatto studi umanistici, da qui nasce il nostro titolo, sicuramente l’antropologia ti ha portato a fare riflessioni profonde. Come sta cambiando in tal senso la divulgazione con i social per quanto concerne la pesca sub ? E cosa arriva oggi al lettore o chi segue i social network, rispetto alla carta stampata ?
Con i social siamo sottoposti ad un eccesso di stimolazioni continue che ci hanno completamente anestetizzati e assuefatti a vedere di tutto. E’ come se avessimo mangiato fino allo sfinimento per un mese di fila i nostri piatti preferiti il risultato è che anche le cose che ci piacciono di più adesso ci danno quasi la nausea. Ciò che non è cosi disponibile ed è raro come lo erano le foto e i racconti di una volta sulla carta stampata ha tutt’altro fascino e sapore. Oggi anche la foto più bella del mondo di un tramonto non ci fa più né caldo e né freddo. Godiamoci le esperienze dirette con più presenza possibile e quando le viviamo proviamo a percepirle bene sulla nostra pelle senza perdere tempo a fare video e foto da mostrare a qualcuno (a cui nel 99% dei casi non fregerà nulla).

Un libro che ti ha segnato in particolar modo ? E quale consiglieresti ad un giovane pescatore subacqueo.
James Hillman – Il codice dell’anima